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Al museo Bernareggi rivive la tradizione delle madonne da vestire con Dorina Kola

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Dal 9 al 29 giugno al museo Bernareggi di Bergamo è possibile visitare l’installazione “Una donna vestita di sole – Reinterpretare la tradizione delle madonne da vestire”, a cura di Dorina Kola.
La stilista reinterpreta l’antica pratica di vestire le madonne: un antico gesto devozionale si lega al tentativo di ridare vita a oggetti che non erano semplicemente manufatti artistici, ma simulacri destinati alla preghiera e alla vita spirituale.
Gli orari di apertura del museo sono: da martedì a domenica dalle 15 alle 18.30 (chiusura biglietteria alle 18); lunedì chiuso. Vengono proposte visite guidate gratuite, sul tema mariano, al museo e all’installazione l’11 e il 12, il 18 e il 19, il 25 e il 26 giugno alle 16.
Il biglietto di ingresso è di 3 euro. Non è necessaria la prenotazione e per i gruppi sono possibili visite anche in settimana. Per avere ulteriori informazioni e per prenotarsi telefonare al numero 035.244492.
Le “Madonne vestite” fanno parte di un rito legato alle devozioni popolari, che attraversa i secoli dal Medioevo ai giorni nostri e che interessa buona parte dell’Europa cattolica, particolarmente l’Italia, la Francia e la penisola Iberica e, oltreoceano, l’area latino americana. Il fenomeno, sviluppatosi notevolmente in età barocca, giunge in taluni casi ad esiti spettacolari, raggiungendo nel Settecento il massimo splendore, preservandosi, con alterne fortune, fino ai nostri giorni. Gli abiti rispecchiano fedelmente i modi di vestire delle donne dell’epoca, popolane o nobildonne, arricchiti dalla preziosità dei tessuti di un tempo realizzati con disegni, telai e lavoro manuale che occupava diverse persone: velluto, broccato armesino, raso, panno d’oro, garza ricamata, taffetas, lame d’argento, velo, ciniglia, dai colori brillanti e dai ricami preziosi. Nel secolo scorso, per ragioni anche assai diverse, molti degli abiti che vestivano le madonne sono andati perduti, lasciandoci in eredità la suggestione dei corpi lignei ormai spogli ma non meno carichi di interesse. Parti scolpite di fino, come le mani e i volti, risaltano da busti appena abbozzati perché destinati a essere coperti dagli abiti preziosi che ricalcavano la moda dell’epoca. Alcune di queste statue, che osservate oggi nella loro nudità hanno il fascino di sculture cubiste, sono normalmente esposte al museo Bernareggi.
Ne è nata l’idea di provare a reinterpretare la pratica di vestire le madonne proponendo il compito a una stilista di oggi. Dorina Kola, stilista di origini albanesi che lavora a Bergamo, realizza tre abiti, di tre colori diversi, per tre delle madonne esposte al museo. Nel mettere la propria creatività a disposizione di questo compito di reinterpretazione, non può dimenticare le sue origini e decide di lavorare sui tre colori della bandiera albanese, che sono anche i tre colori di base della più antica tradizione vestiaria.
Bianco, rosso e nero sono i tre colori polari, che si pongono cioè in rapporto di opposizione rispetto ad altri colori, e sono soprattutto i colori più antichi nelle vesti, ricchi di significati allegorici, gli unici usati fino al Basso Medioevo. È solamente a partire da questo periodo storico che le vesti iniziano a tingersi di sfumature diverse da bianco, rosso e nero, seppur senza mai riuscire a spodestarli. Nello specifico bianco e nero sono antitetici, mentre tutti e tre sono considerati colori archetipici in quanto presenti in tutte le civiltà della storia. Fino al 1200 furono gli unici colori a essere utilizzati per le vesti, caratterizzando così l’abbigliamento di tutto l’Alto Medioevo. Il valore simbolico di ogni singolo colore è ricco di molteplici significati che variano oggi da cultura a cultura e da paese a paese, pur mantenendo un comune denominatore.
La scelta di avere questi tre colori, il bianco, il rosso e il nero come protagonisti nelle vesti delle Madonne rappresenta un richiamo al loro valore simbolico: bianco è purezza, innocenza, vita; rosso è sacralità, sacrificio, amore divino; nero è terra, sobrietà, sofferenza.

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