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A Quarenghicinquanta mostra-evento alla scoperta del cioccolato di Modica

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A Quarenghicinquanta l’arte della fotografia incontra il gusto e la tradizione del cioccolato di Modica. L’occasione è rappresentata dalla mostra “La città del cioccolato”, di Giuseppe Leone, allestita dal 24 giugno al 9 luglio alla galleria bergamasca di via Quarenghi.
L’inaugurazione è venerdì 24 giugno alle 17.30 ed è accompagnata da una degustazione del cioccolato di Modica offerta dal Consorzio Tutela Cioccolato di Modica in abbinamento al Baroque Moscato di Noto (DOP), cantina Rudinì, Pachino (SR). Durante la serata ci sarà una performance musicale del cantautore Vincenzo Marabita sui versi della poesia “Vieni con me” dedicata alla città di Modica, patrimonio dell’umanità (Unesco).
Nel corso dell’iniziativa, inoltre, si tiene la presentazione del libro “Modica: Storia del suo cioccolato” di Grazia Dormiente e Giuseppe Leone (Edizioni Gribaudo / Feltrinelli 2015). Il relatore è il professor Vincenzo Russo, direttore del master in Food and Wine Communication Università IULM di Milano e Membro del Comitato Scientifico Expo 2015.
Sarà presente l’autrice Grazia Dormiente.
L’esposizione rimarrà aperta da mercoledì a venerdì dalle 15 alle 18; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18; lunedì chiuso. L’ingresso è libero.
La mostra propone un’ampia selezione degli scatti realizzati da Giuseppe Leone, il grande narratore visivo della Sicilia e delle sue plurime nomenclature. La sua è l’isola nuda attraversata dalla luce del mito, del sogno e del desiderio che solo i testimoni oculari di magmatica ispirazione sanno percepire, folgorandone immagine e memoria. Le sue fotografie sembrano fuggire dalle pagine del libro, di cui è coautore, per restituire le fragranze del tempo e dei luoghi. Illuminante si rivela, perciò, l’invito dello scrittore Gesualdo Bufalino: “Nelle fotografie di Leone non cercate la collera né la pietà civile né l’avvampo della metafora; bensì, istigato dall’eccellente mestiere, un colpo d’occhio avvezzo a cogliere le mimiche significanti del grande teatro umano”.
Nelle pagine del libro, gustose per peripezie linguistiche e per ardite inquadrature fotografiche, si compone il “ritratto” della tradizione cioccolatiera della Capitale dell’Antica Contea modicana. Gli autori percorrono storia e storie, catturando il lettore con la ricchezza della ricerca storico-antropologica e con i sussulti che i saperi e i vissuti sanno armonizzare.
Già nella premessa, narrante i rituali della cioccolata bevanda e del cioccolato alimento, l’autrice riesce a collegare il paesaggio territoriale alla tradizione cioccolatiera, radicata nel settecento per opera di “cicolateri” al servizio dell’aristocrazia della Contea di Modica e custodita pure dalle laboriose e ricercate dolcezze “domestiche e conventuali” prima della nascita dei Caffè storici, premiate fabbriche di cioccolata che furono luoghi d’incontro e vanto della città già nella seconda metà dell’Ottocento. Pagine arricchite dalle immagini viaggiate e dalle note di spese custodite nell’Archivio dei Fratelli Di Raimondo, bibliofili e collezionisti delle carte di Modica.
L’inarrivabile sapore del cioccolato di Modica venne evidenziato anche ne “La contea di Modica” (Electa 1983) di Leonardo Sciascia, amante dei dolci e amico fraterno di Giuseppe Leone, autore nel presente volume del parallelo racconto fotografico, immerso nella luce “di specie rara” decantata dal comisano Gesualdo Bufalino. In effetti, il volume ”Storia di un’amicizia” (Postcart 2015) con testi e immagini dello stesso Leone è impreziosito dal dattiloscritto originale sciasciano: “Altro richiamo, per restare alla gola, è quello del cioccolato di Modica a quello di Alicante (e non so se di altri paesi spagnoli): un cioccolato fondente di due tipi – alla vaniglia, alla cannella – da mangiare in tocchi o da sciogliere in tazza: di inarrivabile sapore, sicché a chi lo gusta sembra di essere arrivato all’archetipo, all’assoluto, e che il cioccolato altrove prodotto – sia pure il più celebrato – ne sia l’adulterazione, la corruzione. E qui sarebbe da fare un inventario della pasticceria modicana: le cedrate, le cotognate, i torroni, le cobaite: ma ci vorrebbe un descrittore di sapori della vocazione e sottigliezza di Magalotti nelle lettere sugli odori. Bisogna però particolarmente ricordare quei dolci fatti di pasta sottilissima e fragile a contenere un sapiente impasto di carne e cioccolato principalmente: un dolce nutrientissimo e di lunga conservazione, e si potrebbe dire un dolce da viaggio. Da viaggio in Spagna, quando fu inventato: che non altrove credo si andasse dalla contea di Modica”.
Un motivo valido a sostegno della pubblicazione potrebbe essere quello di aver colmato un vuoto documentario sulla certezza anagrafica del Cioccolato di Modica e/o meglio quello di indirizzare l’attenzione collettiva su binari che privilegino la verità scientifica a fantasiose congetture divulgative.
“Quarenghicinquanta” è a Bergamo in via Quarenghi, 50. Per avere ulteriori informazioni inviare un’e-mail a quarenghicinquanta@gmail.com

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