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Unione atei e agnostici

“Giusta la via a Martin Lutero, stop ai soli rappresentanti del mondo cattolico”

La lettera che il circolo dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti di Bergamo ha inviato a Palafrizzoni

“Sig. Sindaco e Sig.ra Presidente del consiglio comunale, vogliamo esprimere il nostro sostegno all’ordine del giorno che “impegna la giunta affinchè si possa individuare una via importante o un altro significativo luogo o spazio pubblico della città, da intitolare a Martin Lutero”.

Inizia così la lettera che Gianni Barcella, coordinatore del circolo dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti di Bergamo (UAAR) ha inviato a Palazzo Frizzoni a sostegno dell’intitolazione di una via a Martin Lutero: “Come non credenti – si legge nel testo – apprezziamo la decisione di rompere il monopolio di intitolare vie e luoghi a personaggi che rappresentano sempre e solo il mondo cattolico. Riconosciamo il patrimonio di valori portate dalla riforma: la libertà di coscienza, la tolleranza religiosa, l’autonomia della politica, l’indipendenza dei saperi, che, insieme a quelli portati dall’illuminismo, sono oggi alla base del nostro vivere civile. Ma non fermiamoci qui, per il prossimo futuro auspichiamo che si prendano in considerazione autorevoli personaggi che rappresentano quella rilevante parte di società che non si identifica con la religione cattolica: Margherita Hack, Dario Fo, Umberto Veronesi, Stefano Rodotà, come già è avvenuto per Giuseppe Garibaldi.

“Ci piacerebbe peraltro – continua la lettera – che i luoghi della cittadinanza potessero essere accostati a toponimi in cui tutti possano riconoscersi. Sono così belli i nomi come Ospedali Riuniti o Stadio comunale o piazza della Repubblica, definiscono luoghi in cui ogni cittadino fruitore si sente a casa propria (al di là della confessione che professa o non professa e a Bergamo su 120.000 abitanti 20-30.000 non sono cattolici). Ma tant’è, conosciamo la tendenza a connotare tutto come se si volesse imporre un’unica verità e un unico modo di intendere l’etica e le regole di convivenza. Non ci permettiamo di invadere con i nostri simboli i luoghi dove convivono molte diversità, eppure vediamo crocifissi perfino sulle cime delle montagne che non sono certo luoghi privati di culto”.

“Vorremmo – conclude la missiva – pregare il comitato che si è costituito contro l’intitolazione di una via a Martin Lutero di leggere la sua figura storica e gli appartenenti alla sua religione non limitandosi ai misfatti e ai deliri come noi pensiamo di leggere la religione cattolica in un contesto più ampio rispetto ai massacri di catari e valdesi, ai roghi delle streghe, alle crociate, alla pedofilia dei sacerdoti. Sappiamo che anche nel mondo cattolico c’è chi propugna una “libera chiesa in libero stato” anche se il nostro stato non si è ancora liberato (e versa ogni anno 6 miliardi di euro nelle casse della chiesa, il costo di 2 terremoti…). Liberi di non credere, speriamo di non diventare profughi a casa nostra”.

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